Il vero segreto per un’impresa sempre solida

Un imprenditore che controlla il cash flow guida davvero la sua impresa. Uno dei paradossi più comuni nel mondo delle piccole e medie imprese è che spesso la causa delle maggiori difficoltà economiche non è la mancanza di clienti o la scarsa qualità del prodotto, ma la gestione poco o per niente consapevole della liquidità.

 

L’emergenza diventa spesso normalità

Troppi imprenditori si trovano a dover fronteggiare situazioni di emergenza solo quando è ormai troppo tardi, quando i conti non tornano, le scadenze fiscali si accumulano e la banca comincia a mostrare i primi segni d’irrigidimento. Eppure, basterebbe un semplice cambio di prospettiva – e di abitudini – per evitare una buona parte di questi scenari.

La gestione dei flussi di cassa, o Cash Flow Management, non è un argomento riservato ai grandi CFO delle multinazionali, né qualcosa che si possa delegare ciecamente al commercialista, con l’alibi del “non è il mio mestiere”.

Anzi, proprio nelle PMI è fondamentale che l’imprenditore mantenga un presidio diretto, seppur semplificato, su questa materia. Perché è dalla cassa che passa la salute dell’impresa. È dalla cassa che si misura la possibilità di investire, assumere, innovare, persino sopravvivere nei momenti di crisi.

 

Il Flusso Postumo

Il vero problema è che il flusso di cassa viene ancora vissuto come un dato postumo, un riflesso della contabilità che emerge solo a bilancio chiuso, magari dopo mesi di attivo. Peccato che quel bilancio rappresenti la fotografia di ciò che è stato, e non uno strumento per decidere cosa dovrà essere. L’imprenditore ha bisogno invece di strumenti predittivi, dinamici, che gli permettano di comprendere in tempo reale lo stato della liquidità, per anticipare così i problemi e non per constatarli a posteriori, chiudendo la stalla quando i buoi sono fuggiti.

Per farlo non servono sofisticati software gestionali o consulenze dai costi esorbitanti. Serve una mentalità, un metodo e una disciplina. La mentalità è quella di chi comprende che ogni giorno in azienda entrano ed escono risorse economiche, e che il monitoraggio di questi movimenti è tanto importante quanto il monitoraggio della produzione o delle vendite.

Il metodo è quello di costruire una semplice, ma efficace pianificazione finanziaria che tenga conto delle scadenze previste e dei flussi attesi, mese per mese.

La disciplina, infine, consiste nell’aggiornare questi dati con regolarità, anche mediante strumenti accessibili, come un buon foglio Excel o una App gestionale snella e ben configurata.

 

Le fatture non costituiscono una liquidità immediata

Una delle più grandi illusioni in azienda è pensare che le fatture emesse siano liquidità acquisita. In realtà, fino a che non si incassa, quella cifra non esiste. È solo un numero. Eppure, capita spesso che gli imprenditori facciano piani su quei numeri, dimenticando il tempo di pagamento medio dei clienti, gli eventuali ritardi, i costi fissi mensili, le spese impreviste.

E così, quando arriva il momento di onorare i pagamenti, si scopre che la liquidità è evaporata. Da qui comincia la rincorsa affannosa: anticipi bancari, rateizzazioni, soluzioni tampone che nel medio periodo indeboliscono l’azienda e ne riducono l’agilità.

A tutto questo si può porre rimedio con una gestione consapevole del flusso di cassa. Significa sapere, in ogni momento, quanta liquidità c’è disponibile, quanto è atteso in entrata e quanto uscirà nelle prossime settimane.

Significa simulare scenari, verificare cosa accade se un cliente paga in ritardo, se un investimento importante slitta, se una scadenza fiscale si avvicina. È un necessario esercizio di lucidità imprenditoriale, non un compito da ragionieri.

 

La Riserva di Sicurezza

Uno dei segreti più semplici, ma più efficaci per non rimanere mai a corto di liquidità è quello di definire una riserva di sicurezza, un cuscinetto minimo che non va mai intaccato, se non per emergenze reali. Questa riserva può corrispondere, ad esempio, a uno o due mesi di costi fissi. L’importante è considerarla intoccabile, come se non ci fosse, proprio come farebbe una famiglia che gestisce saggiamente un fondo per le emergenze.

Sapere che c’è sempre un margine ti dà libertà, serenità e capacità decisionale. E spesso questo fatto, da solo, ti evita scelte dettate dal panico o dalla pressione esterna.

Naturalmente, per gestire bene la liquidità serve anche un buon controllo sui tempi di incasso e di pagamento. L’imprenditore deve conoscere perfettamente i termini di pagamento dei clienti, le loro abitudini, i loro ritardi.

Deve saper negoziare le condizioni migliori, ridurre il rischio di insolvenza, magari affidandosi a strumenti come il factoring o l’assicurazione del credito quando il rischio cresce. Allo stesso tempo, deve gestire con intelligenza i propri fornitori, cercando il giusto equilibrio tra il rispetto delle scadenze e la flessibilità negoziale.

 

L’approccio offensivo del CFM

Il Cash Flow Management non si limita solamente a una funzione difensiva.

È anche uno strumento offensivo, che permette di fare pianificazione, prendere decisioni strategiche, cogliere opportunità di investimento senza dover aspettare la fine dell’anno fiscale.

Sapere che tipo di liquidità sarà disponibile tra tre mesi permette di decidere oggi se aprire una nuova linea di prodotto, assumere una nuova risorsa, oppure accelerare un piano di marketing. E tutto questo senza doversi affidare sempre e inevitabilmente a delle congetture, basandosi invece su situazioni reali e numeri certi.

In questo senso, all’interno del progetto Disegno di Impresa, la gestione dei flussi di cassa rappresenta uno degli asset strategici della cultura del controllo.

Perché controllare non significa frenare, ma governare. Non significa mettere paletti, ma garantire sostenibilità. Un imprenditore che non controlla la propria liquidità è come un comandante che naviga senza bussola: può avere un ottimo equipaggio, una nave robusta, ma se non sa dove si trova rischia comunque di andare alla deriva.

 

Una attività non esternalizzabile

Ecco allora che la responsabilità di comprendere questi meccanismi non può essere demandata totalmente a delle figure esterne, come il commercialista. Per quanto professionale, un consulente esterno non avrà mai una visione interna dell’azienda, perché non vive le sue dinamiche quotidiane e non conosce le sue priorità strategiche.

Il suo supporto può essere prezioso, ma la guida deve rimanere saldamente nelle mani di chi conosce e governa l’azienda dall’interno.

Chi riesce a implementare un sistema semplice ed efficace di gestione del cash flow può acquisire un vantaggio competitivo enorme: può fare scelte migliori, agire prima degli altri, investire in modo più mirato. Ma soprattutto, dorme sonni più tranquilli.

E nel mondo imprenditoriale, questo è un aspetto che non ha prezzo.

Per tale ragione, oggi più che mai, Cash Flow is King, ma a patto che l’imprenditore ne diventi il primo alleato, il primo interprete, il primo responsabile.

E allora sì, che la tua impresa non sarà mai a corto di ossigeno.

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